La responsabilità di chi produce

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Chiunque decida di produrre qualcosa, a partire dagli stuzzicadenti per finire agli ascensori, ed ancor più di chi decida di produrre alimenti, attira su di sé una responsabilità grandissima.
Questa responsabilità deriva chiaramente dal fatto che chi compra sopporta un sacrificio economico, grande o piccolo che sia, ed ha il diritto innanzitutto di “fidarsi” di ciò che ha comprato e poi di godersi appieno, e senza alcun rischio, il valore che ha scambiato.
Mio padre per quasi tutta la vita ha costruito case, non ha fatto il costruttore, ha costruito semplicemente case, perché non cosiderava coloro che acquistavano da lui solo dei clienti da cui farsi dare dei quattrini, ma delle persone che avevano lavorato per guadagnare i soldi necessari a coronare il sogno principale della vita di un individuo: comprarsi una casa propria.
Era diritto di queste persone che lavoravano i primi vent’anni della loro vita per racimolare l’acconto ed i secondi vent’anni per pagare le rate del mutuo, avere la migliore casa che fosse possibile al prezzo per cui l’avevano pagata.
Da qui a “fare beneficenza” c’è una bella differenza, qui non si tratta di aiutare i più poveri o altre cose del genere, ma si tratta semplicemente di fare il proprio lavoro con coscienza e con serietà, guadagnandoci il giusto e senza imbrogliare.
Così dovrebbe essere in tutti i mestieri e in tutte le occasioni, perché produrre è un’azione tipica dell’uomo rispetto agli animali che vivono di istintivo egoismo. E l’uomo deve distinguersi dagli animali perché è proprio sulla mancanza della lotta per la vita che deve fondarsi il futuro dell’umanità.

(tratto dal libro “Economia etica ed elementi di imprenditoria pratica”, Amedeo Pesce, 2007) Acquista su Amazon