Concentrazioni e Globalizzazione: due nomi per uno stesso significato

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Un altro elemento da smitizzare è la globalizzazione, questo mostro sacro da tutti propugnato come la soluzione ad ogni male della società moderna.
Sembra che il nostro futuro sia proiettato dentro le fauci di un grande animale nero di cui conosciamo poco.
In effetti la globalizzazione è, secondo me, solo un diverso modo di presentarsi di un qualcosa che già abbiamo visto: le concentrazioni degli anni ’70. In questo periodo tutte le imprese iniziarono ad ingrandirsi, acquisendo altre imprese perché la concezione base e l’obiettivo era quello di essere praticamente autarchiche, ossia di produrre tutto da sé.
E’ vero che sono nati grandi colossi ma è pur vero che tantissime imprese sono fallite ed altre hanno già da diversi anni iniziato a vendere rami di azienda e quindi a “perdere pezzi”.
Allora si è iniziato ad esternalizzare le funzioni che non erano caratterizzanti, che non attenevano al core business dell’azienda, giusto per non perdere la propria identità.
La grande illusione autarchica è finita nel nulla, è andata allo sfacelo, così come quasi certamente farà la globalizzazione per lasciare il posto al prossimo mito.
In effetti, se guardiamo la tipica impresa “globale” di oggi ci possiamo accorgere che si trova all’esatto opposto delle grandi concentrazioni di imprese di trent’anni fa.
Oggi è tutto esternalizzato, perfino prendere un caffè – per i dirigenti delle multinazionali – diventa un problema di make or buy: conviene andare al bar o farselo portare? Se vado al bar quante energie spendo e quanta suola delle scarpe consumo? Quanto spendo per fare l’ordinazione via telefono? Ed altre domande così. Non credo di aver esagerato troppo.
Figuriamoci allora cosa può essere diventata l’attività e come può essere cambiato il rapporto con i fornitori, sub fornitori, imprese collegate eccetera.
Adesso potrà anche sembrare un discorso da prete, ma credo che comunque i due estremi siano sempre delle posizioni da evitare e quindi l’aurea mediocritas latina rimane sempre la scelta migliore.
Cosa c’è al centro esatto della scala? Non per dire sempre la stessa cosa ma, guarda caso, c’è la piccola impresa.
Non è cambiata di un millesimo in tutti questi anni. Mentre i grandi si sono avvicendati alla guida del mondo, ognuno per il suo attimo fuggente, la piccola impresa è rimasta lì, tranquilla ed ha prodotto i suoi migliori risultati nel lungo periodo.

(tratto dal libro “Economia etica ed elementi di imprenditoria pratica”, Amedeo Pesce, 2007) Acquista su Amazon