Il nostro avversario più grande? Siamo noi stessi

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La vita spesso sa essere cattiva, sa come ridurci all’angolo tirando un colpo dopo l’altro, finché chiudiamo gli occhi, serrati dietro i nostri pugni chiusi.
Se solo riuscissimo ad aprirli, ed a tirare un respiro profondo, scopriremmo che non c’era alcun avversario, o forse l’avversario eravamo noi stessi.
E’ come quando da bambini avevamo paura del mostro dentro l’armadio, e questa paura riusciva a catturare tutti i nostri sensi, uno scricchiolare del legno diventava la prova inconfutabile della sua presenza, e ogni ombra in movimento diventava la sua ombra. Allora chiamavamo nostro padre, che accendeva la luce ed apriva l’armadio, e ci mostravo che tutto andava bene.
Purtroppo quando si cresce ci si ritrova inevitabilmente senza un padre, e scopriamo che “essere grandi” non è facile come lo faceva sembrare lui.
Se solo riuscissimo ad aprire gli occhi vedremmo che esistono ancora le cose, esistono ancora le rose, e la natura ci sa mostrare con grande semplicità che tutto è al suo posto, che non c’è fretta, che non c’è pericolo.
Ogni volta che dimentichiamo tutto questo, ogni volta che siamo preda delle nostre paure, delle nostre cattive abitudini, si offusca la lucidità, e la pietra preziosa che noi stessi siamo perde la sua luccicanza. Questo succede perché siamo pietre che non sono state ancora levigate: una volta levigata, una pietra preziosa rimarrà pura persino in mezzo al fango. E il gioiello della mente si leviga attraverso la disciplina.
Quando viviamo con ordine e onestà, quando vigiliamo costantemente su noi stessi, in mezzo a qualunque difficoltà la vita voglia pararci davanti per metterci alla prova noi saremo all’altezza della situazione, fino al punto che un giorno saremo proprio noi i padri dei nostri figli, e andremo a scacciare via la notte dai loro armadi.
Quel giorno, ritornando alla nostra camera attraverso il corridoio, un mezzo sorriso si accennerà sulle nostre labbra, perché saremo coscienti che un cerchio si è compiuto.